Gli errori che fanno finire le relazioni dopo solo pochi mesi

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Le vostre storie non durano più di qualche mese? Forse sbagliate qualcosa: ecco gli errori più comuni che fanno naufragare le relazioni agli inizi

Sabotate ogni vostra relazione? Vi innamorate sempre di uomini impossibili?

Le vostre storie finiscono dopo pochi mesi e tutte le volte vi eravate illuse che era quello giusto?

Forse poteva esserlo e non ci avete creduto abbastanza o forse ci sono alcuni errori che continuate a ripetere storia dopo storia e che vi portano a non riuscire mai a essere veramente felici.

Noi vi diciamo quali sono gli errori più comuni che portano le storie ad arenarsi dopo pochi mesi: se volete invecchiare insieme a qualcuno segnateveli ed evitateli tutti come la peste.

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volere uomo perfetto

Pensare che esista l'uomo perfetto

Il principe azzurro non esiste nella vita vera, dovreste averlo imparato tutte da tempo ma in un angolo delle vostre menti si nasconde ancora quel sogno irreale.

I primi mesi sono tutti rose e fiori ma al primo difetto, alla prima difficoltà il vostro castello implode insieme alla favola della principessa felice.

Il problema è che per quanto vi sforzerete al mondo non potrete mai trovare un uomo perfetto, senza difetti o senza lati oscuri: potete passare da una storia all'altra ma avrete sempre delle delusioni.

Se non si è disposte ad accettare che il principe azzurro non esiste è difficile poter avere una storia duratura.

scappare alla prima difficolta

Scappare alla prima difficoltà

«No basta, il gioco non funziona come dico io, non lo voglio più».

Questo vale sia per le donne che per gli uomini, quando il gioco si fa duro preferiscono abbandonare la partita.

Peccato che le relazioni siano fatte di compromessi, discussioni e spesso la vita sia piena di difficoltà da affrontare.

Abbandonare una storia dopo poco è giusto se vi rendete conto che non fa per voi ma se avete anche solo mezzo dubbio dovreste provarci e riprovarci fino a che non avrete veramente delle basi solide su cui costruire.

ascoltare solo le proprie esigenze

Ascoltare solo le proprie esigenze

Ripetere «io, io, io, io, io, io, io, io» potrebbe farvi sembrare dei ciuchini, in una coppia non siete da sole e il vostro compagno non è stato creato per assecondare tutte le vostre esigenze o pretese e neanche per mettervi sempre al centro dell'attenzione, la stessa cosa vale per lui, non può esistere solo il suo punto di vista.

Per fare andare avanti una storia bisogna mettere sul tavolo le esigenze di entrambi e poi capire dove si incontrano.

Avere paura

Avere paura

La paura è la vostra peggior nemica, le storie guidate da questo sentimento finiscono per schiantarsi molto velocemente su un muro alto tre metri.

Le delusioni del passato spesso fanno aumentare le insicurezze, accendono campanelli d'allarme e si trasformano in paranoia e in ossessione.

Se vi ripetete che una cosa andrà a finire male è probabile che succeda: ragionate, siate lucide e cercate di viverla serenamente.

fascino dell’impossibile

Essere attratte dal fascino dell'impossibile

Innamorarsi sempre di uomini impossibili, complicati e che chiaramente non vogliono impegnarsi non farà durare a lungo le vostre relazioni.

Rimanergli attaccate come delle cozze allo scoglio non aumenterà la vostra possibilità di successo.

Se lui è un traditore seriale voi non lo cambierete, se lui non vuole relazioni impegnative continuerete a rincorrervi come il gatto e il topo senza soluzione.

Dovreste sintonizzare il vostro radar verso delle prede diverse.

Autosabotarsi

Autosabotarvi

Spesso sabotare la felicità è più facile che costruirla, il vostro passato vi ha fatto creare una specie di «salvavita», appena qualcosa va storto, appena lui dice anche solo una frase sbagliata l'allarme inizia a suonare e voi tirate su il ponte levatoio e battete in ritirata con tutto l'esercito.

In fondo tornare sulla vecchia strada della single infelice è quasi rassicurante no?

E poi fare la parte della vittima è sempre più facile. Lanciate dalla finestra l'allarme e smettela di pensare di dovervi difendere da tutto.

non fare autoanalisi

Non fare mai autoanalisi

Fare la parte della vittima è molto più facile e anche pensare di avere sempre ragione o di essere sempre la parte offesa e ferita.

Se si vuole far durare una relazione bisogna anche mettersi nelle parti dell'altro, provare a capire le sue ragioni, chiedersi il perché si comporta in un determinato modo, la stessa cosa però dovrebbe fare lui.

Se non ci si mette mai in discussione non si può aprire la porta a un'altra persona.

non saper ascoltare

Non saper ascoltare

Essere un disco rotto non funziona, parlare sempre e solo di quello che vi ferisce o di quello di cui avete bisogno senza sapere ascoltare vi farà costruire un muro altissimo tra voi e l'altra persona.

Non volersi parlare di persona, mandare solo dei messaggi in chat e non capire veramente cosa vuole dirvi l'altra persona non vi porterà molto lontano.

Tutti hanno giornate storte e tutti a volta vogliono chiudersi in se stessi ma se non ci si ascolta si finisce per farsi il vuoto intorno.

non volersi impegnare

Innamorarsi dell'idea di lui

Se vi innamorate solo dell'idea che avete di lui e non veramente della persona che avete davanti vi troverete sempre scollate dalla realtà e a un certo punto vi ritroverete davanti qualcuno che non vi piace poi così tanto.

All'inizio di una relazione non dovreste mai idealizzare una persona, meglio andarci con i piedi di piombo e capire veramente chi avete di fronte che non rendervi conto, dopo alcuni mesi, di stare con qualcuno che non volete veramente.

Le relazioni che non si basano sulla realtà non vanno molto lontano.

non saper litigare

Avere paura di litigare

Litigare è fondamentale per conoscersi, certo non potete urlarvi in faccia ogni giorno, in quel caso avreste un problema, ma una sana litigata ogni tanto fa emergere i problemi e dice tanto di voi.

Scappare alla prima discussione o credere che aver litigato sia un problema insormontabile vi fa capire che non avete la maturità per far durare una relazione a lungo.

Non potete pensare che esistano rapporti senza incomprensioni o senza discussioni.

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Ecco il motivo psicologico per cui restiamo in relazioni che non funzionano più

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Ci illudiamo di poter guarire amando chi ci ferisce. Ma spesso restare in relazioni sbagliate è solo un modo per provare, ancora una volta, ad aggiustare quello che non ha funzionato nel nostro passato

Ci sono relazioni che non funzionano da tempo, eppure restiamo.

Restiamo anche quando non siamo più felici, quando i silenzi fanno più rumore delle parole, quando ci sentiamo più soli dentro un abbraccio che fuori. Restiamo e intanto ci raccontiamo che è per amore, per i figli, per paura di ricominciare.

Ma spesso non è per nessuna di queste ragioni. Restiamo perché speriamo, inconsapevolmente, di aggiustare qualcosa che si è rotto molto tempo fa.

**Come capire se una relazione non vi rende felici (anche quando sembra funzionare)**

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Le dinamiche del passato condizionano le dinamiche del presente

Ognuno di noi porta nelle relazioni adulte le dinamiche che ha vissuto da bambino in famiglia; come è stato amato e come ha visto amarsi i propri genitori.

Si porta con sé le mancanze, gli sguardi che non ha ricevuto, l’amore condizionato — quello che dovevi meritarti con il comportamento giusto, la versione “buona” di te.

Così da adulti, senza rendercene conto, cerchiamo di riscrivere quella storia.Scegliamo persone che ci ricordano proprio chi non ci ha saputo amare, e proviamo, con loro, a ottenere finalmente ciò che non abbiamo avuto allora.

È come se l’inconscio dicesse: “Se questa volta ce la faccio, se riesco a farmi scegliere da qualcuno come lui o come lei, allora guarirò”.

E così restiamo.

Restiamo anche quando ci sentiamo invisibili, anche quando ogni discussione diventa una guerra fredda, anche quando il rispetto si è perso per strada. Restiamo perché se andassimo via, dovremmo guardare in faccia il fallimento del nostro tentativo di guarigione.

E allora preferiamo restare in un dolore conosciuto, piuttosto che affrontare un vuoto nuovo.

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Ma non si guarisce dove ci si è feriti. Restare nelle relazioni che non funzionano più sperando che diventino la cura è come cercare di medicare una ferita con ciò che l’ha provocata.

Il presente non aggiusta il passato: lo ripete.

E mentre cerchiamo di sistemare l’altro, finiamo per trascurare ancora noi stessi - come abbiamo imparato a fare da bambini, quando per sopravvivere bisognava essere “bravi”, adattarsi, capire tutto prima, anche il non detto.

La verità è che certe relazioni non si aggiustano perché non nascono per funzionare: nascono per insegnarci dove fa male. E quel dolore, una volta riconosciuto, non va negato o ignorato, ma attraversato.

Capire perché restiamo è il primo passo per smettere di restare. Non per diventare più forti o più cinici, ma per diventare più liberi.

Guarire, in fondo, non è riuscire a farsi amare da chi non può o non sa farlo. È smettere di cercare in un altro la prova del proprio valore. È restare dove l’amore non chiede di essere dimostrato, ma semplicemente vissuto.

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Come capire se una relazione non vi rende felici (anche quando sembra funzionare)

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Capire quando una relazione non fa più stare bene è difficile, soprattutto se non ci sono crisi evidenti: ecco i segnali più importanti da osservare

Può capitare che in una relazione non ci siano particolari problemi: non ci sono litigi, crisi evidenti o grandi drammi. Eppure, qualcosa non va.

È come se la vostra energia fosse spenta, come se la spontaneità avesse perso intensità e alcune parti di voi fossero rimaste indietro senza un motivo preciso. Succede più spesso di quanto si pensi: tutto sembra “a posto”, ma dentro si percepisce una sottile sensazione di blackout emotivo.

È una sensazione che molte persone vivono senza riuscire a darle un nome, perché “sulla carta” è tutto a posto: la relazione funziona, c’è affetto, c’è routine, c’è stabilità. Ma non sempre questo basta a far sentire vivi. 

Qui proviamo a raccontare proprio quella zona intermedia e difficile da definire, dove i segnali non sono immediatamente riconoscibili, ma parlano comunque di qualcosa che merita attenzione.

**“Se mi amassi davvero…”: 6 frasi per capire se lui vi sta manipolando**

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Quando non succede nulla… ma non vi sentite più voi stesse

Le relazioni non diventano difficili solo quando scoppiano i conflitti. A volte la fatica arriva quando tutto procede in modo apparentemente tranquillo, ma voi avete la sensazione di non riconoscervi più.

È una forma di cambiamento lento, che si manifesta quando iniziate a fare meno cose che vi fanno brillare gli occhi, a parlare meno di ciò che amate, a chiudere un occhio un po’ più spesso per evitare discussioni inutili. Magari vi scoprite meno spontanee, più controllate, più attente a non disturbare che a condividere.

E mentre all’esterno tutto sembra “normale”, dentro qualcosa vi dice che la vostra energia emotiva non scorre più come prima. È quel tipo di stanchezza che non viene dalla giornata pesante o dalla mancanza di sonno, ma dal sentirvi un po’ più piccoli di come eravate. Una forma di adattamento che vi costa più di quanto vi restituisca.

I piccoli segnali che non sembrano segnali

Quando una relazione inizia a togliere più di quanto dà, di rado lo fa in modo evidente. Spesso tutto avviene in una serie di dettagli: piccole rinunce quotidiane che sembrano irrilevanti, ma che nel tempo costruiscono una distanza tra chi eravate e chi siete diventati.

Capita, ad esempio, di trovarsi a parlare meno dei propri sogni perché non si percepisce entusiasmo dall’altra parte. Oppure di sentire che ogni discussione potenziale va evitata, così da non introdurre tensioni che sembrano sempre troppo grandi per essere affrontate.

Con il passare dei mesi questa dinamica diventa quasi automatica. La voce si abbassa, i desideri si riducono, la spontaneità lascia spazio alla prudenza. Persino il corpo manda segnali: meno energia, meno iniziativa, meno voglia di condividere momenti che un tempo sarebbero stati fonte di piacere. E non perché la relazione sia “sbagliata”, ma perché la somma delle piccole cose può finire per erodere la vitalità emotiva più di quanto ci si accorga.

Quando ci si accorge che stanno cambiando i propri desideri

Il desiderio è uno dei primi elementi a risentire di una relazione che non nutre. E qui non si parla soltanto di desiderio sessuale, ma di quella forza interna che dà direzione alla vita: i piccoli progetti personali, le idee nuove, le scelte che fanno brillare gli occhi.

Se tutto questo sembra spento, se non si prova più entusiasmo per ciò che prima vi faceva saltare di gioia, forse è il momento di cercare di capire cosa sta succedendo.

A volte si tratta di un semplice periodo di stanchezza, ma altre volte ciò che si riduce non è la voglia di fare, ma la percezione di potersi permettere di esistere pienamente dentro la relazione. Quando i desideri si appiattiscono, quando i momenti di gioia diventano più rari, quando ci si sorprende a mettere in pausa parti importanti di sé “per il bene della coppia”, il punto non è trovare un colpevole, ma capire come recuperare spazio per la propria autenticità.

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È davvero la relazione… o è un momento della vita?

La domanda più difficile, e spesso anche la più importante. Non sempre una sensazione di “spegnimento” è legata al partner: lo stress del lavoro, la famiglia, la salute mentale, la fatica accumulata possono trasformare anche la relazione più sana in un luogo di minor energia. Vale la pena chiedersi se, al di fuori della vita di coppia, si prova la stessa sensazione.

Ciò che può aiutare a fare chiarezza è una domanda semplice ma rivelatrice: con questa persona ci sentiamo più noi stessi o meno noi stessi?

Perché le relazioni sane non cancellano i momenti difficili, ma li attraversano creando spazi di sostegno e non di ulteriore fatica. A volte parlarne con sincerità permette di aprire una porta nuova dentro la coppia; altre volte rivela che il malessere non ha a che fare con la storia ma con il periodo della vita.

Cosa fare se non vi riconoscete più

Accorgersi di essersi un po’ spenti non significa dover chiudere una relazione. Significa, piuttosto, prendersi cura di ciò che si prova, senza minimizzarlo.

Recuperare spazi solo per sé può essere un primo passo: un corso, un'amica da rivedere, un hobby messo in pausa, un po' di tempo di qualità con la propria interiorità. Condivisione e autonomia, nelle relazioni, crescono insieme.

Parlarne con il partner – con calma, senza accuse – può essere un momento prezioso: l’altro non può intuire ciò che non viene espresso. E se serve un confronto esterno, amici di fiducia o un percorso psicologico possono dare strumenti utili.

Qualunque sia il percorso successivo, una cosa resta vera: l’amore che fa bene è quello che permette di espandersi, non di rimpicciolirsi. È quello che accende, non quello che spegne. E nessuna relazione dovrebbe mai privare della possibilità di sentirsi pienamente vivi.

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“Se mi amassi davvero…”: 6 frasi per capire se lui vi sta manipolando

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Le frasi usate da un partner manipolatore possono sembrare banali, ma non lo sono: ecco le più comuni alla quale prestare attenzione

Non sempre chi manipola alza la voce. A volte, infatti, la manipolazione passa da frasi gentili, apparentemente affettuose, pronunciate con calma o con il sorriso. Frasi che sembrano normali, eppure lasciano dentro un senso di colpa sottile, la sensazione di essere sbagliate o troppo sensibili.

Un partner manipolatore non si riconosce sempre a prima vista. Lui stesso, a volte, non è nemmeno consapevole del fatto che vi sta manipolando.

Ma certe frasi, se ricorrenti, possono rivelare molto più di quel che sembrano. Spesso, infatti, non è l’intensità con cui vengono dette, ma la frequenza con cui vi fanno sentire sbagliate a fare la differenza.

E se vi fanno dubitare di voi stesse, se iniziate a giustificarle più che a sentirvi comprese… allora è tempo di fermarsi.

**Dieci comportamenti da non accettare mai in un fidanzato**

6 frasi che vi aiuteranno a riconoscere un partner manipolatore

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“Ti stai inventando tutto”

È la frase classica del gaslighting: la tecnica più subdola di manipolazione emotiva. Il partner non nega un fatto con una spiegazione, ma nega direttamente la realtà che avete percepito. Vi siete sentite ignorate, sminuite, o ferite da un suo comportamento? "Non è successo", dice lui. "Te lo sei immaginato". Con il tempo, iniziate davvero a dubitare della vostra capacità di giudizio. Ecco perché è tra i segnali più pericolosi di un partner manipolatore.

“Se mi amassi davvero, non mi faresti questo”

Colpevolizzare è una delle tecniche più comuni nelle relazioni disfunzionali. In questa frase, i vostri bisogni diventano automaticamente un atto di egoismo. Se mettete un confine, se chiedete tempo per voi, se non acconsentite a qualcosa che lui desidera, ecco che scatta la trappola emotiva: siete voi le insensibili. Il risultato? Si innesca il senso di colpa, e iniziate a mettere da parte voi stesse pur di "non ferire" l’altro.

“Io sono fatto così, sei tu che devi accettarmi”

Sembra una dichiarazione onesta, ma è una scappatoia. Serve a evitare il cambiamento, a congelare le dinamiche. In una coppia sana, ci si viene incontro. Quando invece ogni discussione si chiude con un “devi adattarti tu”, c’è una chiusura al dialogo. Chi la usa spesso può rivelarsi un partner manipolatore che si sottrae a ogni responsabilità emotiva. Anche se ve lo dice con tono calmo.

“Tutte le mie ex erano pazze, solo tu sei diversa”

All’inizio sembra un complimento. Vi fa sentire speciali, scelte. Ma in realtà è l’inizio di un discorso già sentito: un racconto in cui tutte le ex sono state isteriche, problematiche, irrazionali. Questo tipo di frase crea due effetti: da un lato isola, perché vi spinge a prendere le distanze da chi c’era prima; dall’altro, vi mette sotto pressione. Perché se un giorno non sarete più “diverse” abbastanza, potreste diventare la prossima ex pazza.

“Ti dico queste cose solo perché ti amo”

Una critica mascherata da affetto. È la classica frase che arriva dopo commenti su come vi vestite, vi truccate, parlate, o vi comportate in pubblico. La manipolazione qui è sottile: si presenta come preoccupazione, ma in realtà è un modo per esercitare controllo sotto forma di amore. Un partner manipolatore può usare frasi del genere per ridurre la vostra autostima senza che ve ne accorgiate.

“Nessuno ti capirà mai come ti capisco io”

Potrebbe sembrare una frase romantica. Ma non lo è. È, al contrario, una frase che isola, che vi fa sentire al sicuro solo dentro la relazione, e inadatte a essere comprese fuori. Serve a creare una dipendenza affettiva: voi da sole non bastate, solo lui può capirvi. Ma l’amore non ha bisogno di rinchiudere. Se sentite spesso questa frase, è il momento di chiedervi: vi sentite amate o vi sentite imprigionate?

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Questi 5 segni zodiacali sono allergici a dire "ti amo", confermate?

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Non tutti riescono a dichiararsi con facilità: questi segni zodiacali vivono le relazioni con intensità, ma non riescono a dire "ti amo"

Per alcuni, dichiarare il proprio amore a qualcuno è la cosa più naturale del mondo. Per altri, invece, pronunciare quelle due parole sembra un’impresa titanica. Non è (solo) una questione di paura dei sentimenti, ma di come ciascuno dei dodici segni zodiacali vive l’amore, la vulnerabilità e il bisogno di proteggersi.

C’è chi preferisce dimostrare con i fatti piuttosto che con le parole, chi ha bisogno di sentirsi totalmente al sicuro prima di aprirsi, e chi, anche quando è innamorato, continua a nascondersi dietro battute o silenzi.

Ecco i cinque segni zodiacali che, più di altri, fanno fatica a dire “ti amo”. Non perché non lo provino, ma perché hanno il loro modo (spesso tutto da decifrare) di dimostrarlo.

**La qualità numero uno che ogni segno zodiacale cerca in un partner**

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Toro

Il Toro è uno dei segni più fedeli e concreti dello zodiaco, ma anche uno dei più lenti a lasciarsi andare. Per lui, dire “ti amo” equivale a fare una promessa che va mantenuta nel tempo: una parola che non può essere pronunciata a cuor leggero.

Prima di arrivare a quelle due sillabe, il Toro osserva, valuta, costruisce. Dimostra l’affetto con gesti quotidiani (come una cena preparata con cura, una presenza costante, un abbraccio che dura più del previsto) ma non con parole. Non è freddo, semplicemente vive l’amore come un progetto che richiede radici profonde. Quando finalmente lo dice, potete essere certi che lo pensa davvero.

Vergine

Tra i segni zodiacali più riflessivi, la Vergine tende a filtrare ogni emozione attraverso la mente. Anche in amore, analizza tutto: le parole, i gesti, le intenzioni dell’altro. Per lei, dire “ti amo” significa esporsi completamente, e questo la mette in difficoltà.

Non perché non senta le emozioni, ma perché teme di non essere ricambiata con la stessa intensità. Così preferisce restare nel territorio sicuro. Ma il suo “ti amo” è silenzioso: si nasconde in un messaggio la sera tardi, in un consiglio dato con premura o in un gesto pratico che rende la vita dell’altro più semplice.

Scorpione

Tra i segni zodiacali più intensi e misteriosi, lo Scorpione vive l’amore come una trasformazione profonda. Quando ama, ama completamente. Ma proprio per questo ha paura di dirlo. Quelle due parole, per lui, equivalgono a un’apertura totale, a un’espansione che lo rende vulnerabile.

Preferisce lasciar parlare lo sguardo, la passione, il silenzio carico di significato. Ma dietro il controllo e la diffidenza c’è un cuore che brucia. Lo Scorpione non dice “ti amo” finché non è sicuro di potersi fidare, ma quando lo fa, diventa la sua verità più assoluta. È l’amore che non ha bisogno di essere ripetuto, perché basta sentirlo.

Capricorno

Il Capricorno è l’archetipo del controllo e della determinazione, ma anche della paura di mostrarsi fragile. Spesso è convinto che i sentimenti vadano gestiti come un piano a lungo termine: con strategia, responsabilità e poca leggerezza.

Dire “ti amo” gli sembra quasi una perdita di potere, un cedimento che non si concede facilmente. Così si rifugia nel lavoro, negli impegni, nei progetti, e lascia che i fatti parlino per lui. Eppure, dietro quell’aria composta, c’è un bisogno autentico di connessione. 

Acquario

L’Acquario è uno dei segni zodiacali più complessi in amore. Indipendente per natura, tende a difendere la propria libertà anche quando è profondamente coinvolto. Per lui, dire “ti amo” può sembrare una minaccia alla propria autonomia, come se quelle due parole potessero chiuderlo in una gabbia emotiva.

Spesso preferisce mostrare l’affetto con la complicità intellettuale, le lunghe conversazioni o la condivisione di ideali. È un amore cerebrale, fatto di libertà e di fiducia reciproca. Eppure, dietro la sua apparente freddezza, l’Acquario è un romantico che ama a modo suo: non dirà “ti amo” spesso, ma farà di tutto per esserci quando serve.