I gelati confezionati più buoni dell'estate 2023

È dal 2013 che ogni anno mangiamo con grande fatica e sofferenza (non è vero!) tutte le novità che compaiono tra i gelati confezionati, da supermercato o da bar (le classifiche passate sono qui) e siamo felici di festeggiare il decennale di questa rubrica che ci riempie di gioia, con un'altra annata di gusti e sapori indimenticabili.
Li abbiamo mangiati tutti: gelati Sammontana, Froneri (raccoglie i gelati Nestlè Motta, Nuii, Maxibon e non solo), gelati Algida, Ferrero, Kinder e chi più ne ha più ne metta.
I più buoni dell'estate 2023? Ecco i 12 gelati confezionati che più ci hanno colpito - più sotto nel testo vi diciamo anche come sempre quali ci sono piaciuti di più.
I gelati confezionati più buoni dell'estate 2023
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Stecco Amando Cacao e Lampone, top tra i gelati confezionati senza lattosio
In questi anni le aziende dei gelati si sono dimenate tipo quando si pogava ai concerti di Avril Lavigne come se fosse una cosa normale, cercando di creare il gelato iconico per eccellenza. Amando, la linea di gelati Sammontana senza latte, in un campionato tutto suo è riuscita non solo a fare felici gli intolleranti al lattosio, ma anche gli intolleranti alla munnezza che a volte ci propinano a caro prezzo.
Con classe ed eleganza, il nuovo stecco cacao e lampone si impone con l'intensità del suo cioccolato fondente e per quelle mandorle siciliane in superficie che assaporandole mi hanno fatto pensare a un detto mia nonna Raffaella, salita in cielo ormai da un pezzo, che una volte mi disse bonanima "Chiddu chi si schifa, veni tempu chi s'addisia".
Insomma, quello che una volta era considerato da "sfigati", oggi è oro che brilla.
Kinder Chocolate Ice Cream
Chi di voi è stato davvero bambino? Perché i bambini veri, ovvero quelli della mia generazione, sono cresciuti pane e Kinder Cioccolato in quantità del tutto fuori controllo, in stile all you can eat ma senza possibilità che avanzasse qualcosa. Almeno nel mio caso, mai. Noi della gang "più latte meno cacao" saremmo di certo venuti su con un'infanzia meno traumatica se d'estate avessimo potuto mangiare anche il Kinder Chocolate Ice Cream, la versione estiva del classico bastoncino cioccolato che, come da tradizione dei gelati Kinder, si propone esattamente (esattamente!) con lo stesso sapore.
L'interno al latte (consistente e delizioso) è solo un pretesto per godersi la copertura esterna in una "scioglievolezza" che non ha niente da invidiare a quello con il bambino patatino stampato sopra la scatola, che oggi in tutta probabilità avrà 96 anni. Avrei reso meno protagonista la copertura bianca rispetto a quella superiore di cioccolato al latte, ma l'alternanza di gusti in questa forma a goccia già iconica è parte dell'esperienza e io nutro troppo rispetto per quello che è stato, a tutti gli effetti, il terzo dei miei genitori.
Coppa del Nonno Macchiato Gianduia
In una puntata di “Grande Fratello Vip" di qualche anno fa, Elisabetta Gregoraci disse una frase che entrò negli annali della storia della tv, urlando inferocita "Ma cosa ne sai? Macosannessai della mia vita?". Le parole della conduttrice di “Battiti Live” le ripeto spesso a chi mi giudica dicendo che la Coppa del Nonno è una cosa antiquata. Stolti!
Quando sei off e la serata si fa dura, non c'è niente di meglio di un gelato al caffè e gelato alla panna, con questo nuovo twist di salsa alla gianduia che ti fa sentire amata come Brooke Logan di Beautiful. Sì, la Coppa del Nonno è puro godimento in formato tazzina. Se non vi ho convinto, allora lo farò dicendovi che segretamente all'interno c'è una granella di cioccolato aromatizzato al caffè che farebbe passare le crisi anche alla consulente della mia banca quando dimentico il pin della carta bancomat per l'ottava volta in due anni.
Magnum Double Sunlover
Va dato atto a Algida di non seguire le mode, ma di crearle. Con il suo Magnum Double Sunlover ha reinventato ancora una volta la formula dello stecco più famoso con una ricetta speciale: un delicato gelato al gusto cocco, uno strato di salsa di mango e frutto della passione (buonissimo!) che cola sulla superficie in un modo che vi potrei spiegare solo se fossi autore di romanzi erotici, il tutto avvolto da cioccolato bianco Magnum e scaglie di cocco. È una delle cose più speciali che abbia mai mangiato. Fa coppia con il "Double Star Chaser", con copertura al cacao, popcorn e salsa al caramello. Sono due gusti lussuosissimi, ma di gran lunga per originalità e coraggio, abbiamo preferito il primo.
Ma nel nostro stomaco dedicato ai dolci, c'è spazio per entrambi.
Cornetto Limited Edition - Freedom
Quest'anno le edizioni limitate Algida scelgono il Cornetto in tre gusti bimestrali che si alternano con nuove ricette create da chef di livello. La particolarità, avendone assaggiati due finora pubblicati, è la "stratificazione del gusto" e Freedom, la ricetta di Solaika Marrocco, non è da meno: unisce nocciole caramellate, salsa al caffè e cacao, gelato allo zabaione e nocciole con infine cialda croccante al caffè.
Sulla carta, wow. Sarò onesto con voi amici lettori: è per palati che amano degustare cose particolari con il rischio di trovare in tutto questo listone di ingredienti un po' di confusione. Ho preferito il Desire (si trova, anche se con difficoltà, ancora in commercio) con la sua nocciola salata e salsa all'amarena, ma se volete staccarvi dall'idea del solito gelato, vale la pena provarli tutti, anche il Joy in uscita a agosto.
Nuii Cioccolato al latte e nocciole tostate italiane
Da molti anni qui siamo grandi estimatori di Nuii perché è stata capace di portare la frutta secca nel gelato come nessuno era riuscito a fare prima. Dopo aver girato il mondo alla ricerca della frutta secca più gustosa, sono arrivati qui in Italia con un prodotto clamoroso: il Nuii cioccolato al latte e nocciole tostate italiane. Con la stessa nocciola viene creato il gelato e la copertura... e sbam, sei il re della festa.
Senza fatica hanno riconfermato quell'abbraccio caldo di sapore che signori, si fa fatica a spiegare a parole, forse perché ne sto mangiando uno mentre scrivo e non è professionale. Un attimo. Eccomi. Le nocciole le sento ancora sul palato perché la tostatura si sente nelle sfumature di gusto anche molto dopo averlo mangiato, come le note di fondo dei profumi più pregiati. Tra l'altro, il loro impegno per rendere il prodotto ecosostenibile e a supporto della biodiversità lo rende ancora più speciale. Bravi.
Maxibon Cono di Croccante biscotto alla Nocciola
Come sapete, quelli della Maxibon sono impazziti e hanno deciso di mettersi nel campionato dei coni da bar creando qualcosa di unico: il cono biscotto. Lo scorso anno ci hanno deliziato con il gusto vaniglia e oggi sono arrivati sul mercato con la tripla versione nocciola, vaniglia e caramello o pistacchio.
Da chiuso pare un grattacielo e da aperto è alto come mezza matita, ma non si sono mai nascosti sulle dimensioni, che qui palesemente non contano: è un concentrato di gusto biscottoso che si trova già abbondante nella parte superiore e che raggiunge il suo epilogo incredibile mordendo il cono, che è un po' il cuore della ricetta. Ascoltate uno che di gelati sulle spalle ne ha forse troppi: state alla larga dalla variante pistacchio (che tra l'altro non ha il biscotto in superficie) e godetevi quello alla nocciola, che è il più valido dei tre.
Maxibon Choco Brownie
Ho visto lei che bacia lui che bacia lei che bacia me. Mangiando questo Maxibon con gelato alla panna, granella di biscotti al cioccolato, copertura al cacao e biscotto al cioccolato in stile brownie, mi sono sentito come Joey dell'iconico duo Joey e Rina quando con i suoi pantaloni attillatissimi su TikTok balla sensuale in piazza la coreografia di "Mon amour" di Annalisa.
Le sensazioni vibranti e potenti di questo gelato biscotto si esprimono al meglio con una forma cioccolatosa dall'inizio alla fine ma che, come direbbero quelli raffinati francesi, non allappa e non intuppa. Dopo il buonissimo Mokaccino Crunchy della scorsa stagione, più di nicchia, questo diventerà un classico. E uno, due, tre e quattro: si balla!
Ferrero Rocher Triple Experience Caramel
L'essere umano ha talvolta dei pregiudizi. Il Ferrero Rocher gelato è una creatura così perfetta da far pensare che nulla possa migliorarla e renderla ancora più incredibile e non sto parlando di Elodie. Eppure con la "tripla esperienza" al caramello salato sono riusciti nell'impresa.
Il gusto inconfondibile del cioccolatino più amato dalle credenze delle mamme, unito a quel sapore di caramello delicato (sì, delicatissimo pur nel suo essere salato) con quell'interno di gelato alla nocciola, hanno reso questo esperimento un trionfo di gusto.
Meno riuscita è la versione "Triple Experience" applicata al gelato Raffaello, con scaglie di cocco e lampone esterno e salsa ai lamponi e frutti di bosco. La ricetta, che parte da un'idea eccezionale, al palato non è indimenticabile come si presenta.
Cornetto Cuore Croccante
"Ciao Algida, scommetto che questo non ce l'hai". "Ci penso io!", risponderebbe sorridente Algida come farebbe nei Reel l'iconica Angela nel suo megastore di fronte a un'attonita cliente Michela altrimenti detta "Bella Fisica". Nella vita ora voglio conoscere il genio che ha pensato di rendere l'iconica punta al cioccolato un'esperienza di gusto da provare dal primo all'ultimo morso, abbracciarlo forte e dirgli "Grazie".
Il Cornetto Cuore Croccante, colpevolmente passato un po' in sordina in questo marasma di novità, è forse l'idea più semplice e efficace tra quelle proposte quest'anno: il centro del cono è un cilindro di cioccolato croccante che arriva proprio lì dove serve, in mezzo al trionfo di gelato alla panna. Imperdibile.
Cono Cinque Stelle Fresco Limone
Mangiando questo gelato, mi sono sentito come quella volta da ragazzino quando sono andato al cinema a vedere "Ratatouille" e dopo mezz'ora di pubblicità è partito invece un trucido film horror perché come uno scemo ho sbagliato il numero della sala. Con un parallelismo, il cono Cinque Stelle Fresco Limone si presenta, con il suo incarto giallo, i suoi colori vivaci in superficie e per il nome, come un gelato dissetante e fuori dai canoni, per poi essere con una punta di disappunto, un semplice gelato alla crema con variegatura e sorbetto al limone. Ci sono rimasto male.
Il gusto complessivo assomiglia di più a quello di una torta che a quello di un cono gelato fresco come dice di essere. Il gap tra aspettative e realtà è deludente, ma non i suoi dettagli: la granella di biscotti e il cono correggono il tiro salvando il salvabile. Tra l'altro vedere "Ratatouille" senza i primi 20 minuti è una follia.
Gruvi Arachide Sagace
Solitamente qui vi diciamo di mangiarli, i gelati. Oggi, per il Gruvi Sammontana Arachide Sagace vi consigliamo di andare subito a comprarlo, ora, sulla fiducia. Fatto? Ok, adesso scartatelo e avvicinatelo al naso. Eccoci: quanto state godendo? Gruvi, artefice di alcuni degli stecchi più golosi al mondo, è riuscita a superarsi ancora una volta con una ricetta da far girare la testa, letteralmente.
L'odore è dovuto al gelato alla vaniglia realizzato con farina di arachide tostata (wow!), con variegatura e copertura all'arachide e qui arriva il colpo di genio: la granella è con arachide e biscotto salato. Il biscotto è salato, nient'altro. La consistenza è quella che conosciamo: la copertura cremosa che non si spezza e il gusto è poderoso fanno di arachide sagace, uno di quegli stecchi che vorrete sempre nel vostro freezer. Gruvi, tu non mi conosci ma... mi vuoi sposare?
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A che ora cenare in inverno per restare in forma e in salute

Quando le giornate si accorciano e il buio cala già nel tardo pomeriggio, anche le nostre abitudini alimentari subiscono una sorta di mini rivoluzione stagionale. È il periodo dell’anno in cui ci sentiamo più stanchi, più affamati e spesso anche più inclini a spostare la cena sempre più tardi, complici giornate infinite e ritmi che sembrano non rallentare mai. Ma proprio mentre l’inverno ci invita a un passo più lento, la scienza suggerisce che dovremmo chiederci a che ora cenare in inverno per favorire il sonno, la digestione e persino il metabolismo.
Negli ultimi anni diversi studi hanno indagato il legame tra orario dei pasti, ritmo circadiano e salute metabolica, mostrando che cenare tardi può influire negativamente sulla qualità del riposo, sui livelli di zucchero nel sangue e sulla capacità del corpo di bruciare i grassi.
E se è vero che ognuno ha routine personali, è altrettanto vero che l’inverno modifica il modo in cui il nostro organismo funziona. Ecco allora perché, secondo gli esperti, anticipare la cena potrebbe diventare una delle abitudini più sane della stagione fredda.
**5 trucchetti per non arrivare affamati a cena**
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A che ora cenare in inverno?
Le ricerche concordano su un punto: quando fuori fa buio presto, il nostro ritmo circadiano (l’orologio interno che regola sonno, digestione, temperatura corporea e metabolismo) si anticipa.
Con l’arrivo del buio, infatti, il corpo inizia a produrre melatonina prima rispetto ai mesi estivi e questo manda un segnale chiaro al nostro organismo: è il momento di rallentare.
Ed è qui che l’orario della cena diventa fondamentale. Svariati studi mostrano che mangiare dopo le 21 comporta alcuni effetti molto concreti: si brucia fino al 10% in meno di grassi e i livelli di zucchero nel sangue possono essere fino al 20% più alti.
Inoltre, gli specialisti del sonno spiegano che cenare tardi invia al cervello un segnale contraddittorio: da un lato la melatonina dice che è ora di dormire, dall’altro la digestione chiede di rimanere attivi. Il risultato? Sonno disturbato, risvegli frequenti e una sensazione di fatica che si accumula giorno dopo giorno.
Quindi, a che ora cenare in inverno? L’orario ideale sarebbe tra le 17 e le 19, un intervallo di tempo che permette al corpo di digerire con calma prima di andare a letto e che si allinea perfettamente ai ritmi biologici invernali.
Anche sul metabolismo l’impatto è notevole. Secondo uno studio pubblicato su Cell Metabolism, mangiare presto aiuta a mantenere più stabili i livelli di fame e sazietà, riduce i picchi glicemici e può persino aiutare nella gestione del peso.
E non solo: cenare tre o quattro ore prima di coricarsi è un’abitudine particolarmente vantaggiosa per chi soffre di reflusso, digestione lenta o insonnia.
Come anticipare la cena senza stravolgere la giornata
Facile a dirsi, ma un po’ meno a farsi. Tra lavoro, traffico, impegni e routine familiari, anticipare la cena può sembrare un esercizio complicato.
In realtà, però, basta qualche accorgimento per trasformare questa nuova abitudine in un gesto naturale.
Gli esperti suggeriscono innanzitutto di considerare la cena come un momento “fisso” della giornata, un appuntamento che ha un orario definito proprio come il lavoro o un allenamento. Preparare pasti semplici, pianificare in anticipo e ricorrere al meal prepping può essere di grande aiuto. Anticipare anche solo di mezz’ora ogni settimana l’orario di cena permette al corpo di adattarsi gradualmente senza stress.
È utile anche ascoltare i segnali del corpo: se d’inverno vi sentite affamati prima, assecondare quel ritmo non è un errore. Anzi, è una risposta naturale alla produzione anticipata di melatonina.
Tenete inoltre presente che la cena dovrebbe essere il pasto più leggero della giornata e che concentrando la maggior parte delle calorie tra colazione e pranzo si migliora la stabilità glicemica e il benessere generale.
Infine, ricordate questo: a che ora cenare in inverno non è una regola fissa e identica per tutti, ma una linea guida che si può adattare alla propria quotidianità. L’importante è mantenere coerenza: il corpo ama la regolarità e risponde meglio quando gli orari si ripetono ogni giorno.
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I posti più belli dove organizzare merende e pranzi di Natale a Milano

Se state cercando un locale o un ristorante dove organizzare pranzi e colazioni di Natale a Milano non c'è che l'imbarazzo della scelta.
A dicembre infatti Milano si accende, letteralmente. Le vie si riempiono di luci, le vetrine brillano come piccoli palcoscenici, i cortili diventano scenografie, rifugi caldi in cui ritrovarsi. È il mese in cui anche il freddo ha un ché di romantico e la città rivela il suo lato più poetico: quello fatto di profumi, feste, candele accese, decorazioni ovunque.
In questo periodo, alcuni luoghi assumono un fascino speciale: ristoranti che sembrano usciti da una fiaba, hotel che trasformano la merenda in un’esperienza scintillante, indirizzi fuoriporta dove riscoprire il piacere di un’atmosfera raccolta.
Abbiamo fatto una selezione di posti in cui luci, addobbi e suggestioni natalizie la fanno da padrone. Tutti accomunati da un’unica promessa: far respirare, non appena si entra, la magia delle feste. A prova di foto.
Ristoranti dove organizzare pranzi e cene di Natale a Milano
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Al Garghet
Tra travi in legno, tovaglie a quadretti e camini accesi, Al Garghet conserva l’anima delle antiche cascine lombarde. La cucina racconta la tradizione: risotti, ossobuco, mondeghili e arrosti che profumano d’inverno. A Natale, luci e ghirlande rendono l’ambiente ancora più caldo, come una parentesi fuori dal tempo alle porte della città.
Dove: Via Selvanesco 36, Milano
Da Berti
Tra giardino illuminato e sale dal sapore d’altri tempi, Da Berti custodisce l’eleganza della vecchia Milano. La cucina è classica, sincera: paste tirate al mattarello, carni tradizionali, proposte stagionali. A Natale, il locale si veste di luci calde e dettagli discreti, mantenendo un’eleganza sobria e rassicurante.
Dove: Via Francesco Algarotti 22, Milano
Acquacheta
Richiama le atmosfere delle trattorie toscane: legno scuro, bottiglie a vista, profumo di brace. La cucina ruota attorno alle carni e ai sapori decisi della tradizione, con piatti robusti che scaldano la stagione. A Natale, l’ambiente si arricchisce di luci e tocchi festivi che ne esaltano la convivialità.
Dove: Via Erodoto 2, Milano
Penelope a Casa
Ambiente luminoso, ricco di dettagli e già suggestivo tutto l’anno. A dicembre, però, Penelope a Casa si trasforma: lucine, riflessi dorati e addobbi che cambiano a ogni stagione delle feste. La cucina è mediterranea e moderna, colorata e accurata, in perfetta armonia con il mood del locale.
Dove: Via Giuseppe Ripamonti 3, Milano
Palazzo Parigi
A Palazzo Parigi il Natale non passa inosservato: l’hotel si trasforma grazie a un allestimento scenografico interamente realizzato su misura, con strutture luminose, elementi in ottone, tessuti dorati e decorazioni modellate artigianalmente dal team creativo interno. L’atmosfera è elegante, teatrale ma equilibrata, e accompagna un programma gastronomico dedicato alle festività: pranzi e cene firmati dallo chef Stefano Pizzasegale, che reinterpreta i sapori tradizionali in chiave contemporanea, tra piatti costruiti con precisione, materia e luminosità.
Dove: Corso di Porta Nuova 1, Milano
Rubacuori – Château Monfort
All’interno del raffinato Château Monfort, Rubacuori è un ristorante che sembra uscito da un racconto liberty: velluti, specchi, lampadari e un’atmosfera teatrale che incanta. La cucina italiana contemporanea aggiunge una nota elegante, mentre le decorazioni natalizie amplificano il fascino fiabesco degli ambienti.
Dove: Corso Concordia 1, Milano
La Briciola
Una storica insegna milanese con sale ricche di carattere, pareti decorate e atmosfera accogliente. La cucina italiana trae ispirazione da diverse regioni, con piatti generosi e gustosi. Nel periodo natalizio, il locale si illumina di addobbi e dettagli che donano un fascino caldo e familiare.
Dove: Via Solferino 25, Milano
Merende di charme in hotel di lusso
La Merenda del Principe all'Hotel Principe di Savoia
Nelle sale decorate con eleganza, il Principe di Savoia propone una merenda iconica: panettone artigianale, cioccolata, piccola pasticceria e un’atmosfera che racchiude tutto il fascino delle feste. Una tradizione milanese che torna ogni anno con la stessa magia.
Dove: Piazza della Repubblica 17, Milano
La merenda del Park Hyatt Milano
In pieno centro, in Galleria Vittorio Emanuele, il Park Hyatt accoglie il Natale con decorazioni eleganti e toni luminosi che riscaldano le sale. La merenda offre tè selezionati, piccola pasticceria e dolci stagionali presentati con attenzione. Un luogo dove rallentare e godersi il ritmo dolce (in tutti i sensi) delle feste.
Dove: Via Tommaso Grossi 1, Milano
Il Natale in chiave moderna del Radisson Touring Club
Nel palazzo storico del Touring Club, ora Radisson Collection, il Natale si tinge di modernità. Le decorazioni sono essenziali e curate, la merenda propone dolci delle feste interpretati con gusto internazionale e l’atmosfera unisce design contemporaneo e calore urbano. Un indirizzo perfetto per chi ama un’estetica più pulita ma comunque ricca di atmosfera.
Dove: Corso Italia 10, Milano
Il Sentiero dei Balocchi del Four Seasons
Al Four Seasons il Natale diventa un’esperienza immersiva: gli spazi si trasformano in un percorso incantato tra abeti dalle sfumature sofisticate, casette illuminate e figure che sembrano uscite da una fiaba contemporanea. La Merenda delle Feste accompagna questo scenario con una selezione di cioccolate calde interpretate come piccole degustazioni, ciascuna abbinata a un dolce dedicato. Il profumo del panettone appena sfornato attraversa le sale e completa un rituale che celebra la magia dell’inverno.
Dove: Via Gesù 6/8, Milano
L’Afternoon Tea dell'Excelsior Hotel Gallia
L’Excelsior Gallia interpreta la merenda natalizia con un Afternoon Tea luminoso e contemporaneo: dolci delle feste (con uno dei panettoni artigianali più buoni assaggiati negli ultimi anni), mignon d’autore e tè selezionati serviti in ambienti decorati con tocchi dorati e luci delicate. Un’oasi elegante per concedersi una pausa rilassata, mentre la città fuori si muove nel suo ritmo (superfrenetico) natalizio.
Dove: Piazza Duca d’Aosta 8, Milano
L'indirizzo fuoriporta
La Bettolina
A Gaggiano, lungo i canali e la quiete della campagna, La Bettolina propone un’atmosfera rustica e ricca di calore. Le sale in legno e gli ambienti familiari si accendono di luci e addobbi durante le feste, mentre la cucina tradizionale lombarda aggiunge il piacere di sapori semplici e ben eseguiti.
Dove: Via Bettolina 3, Gaggiano
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Ecco quali sono i panettoni artigianali più buoni del Natale 2025 (secondo noi)

Impasti ricchi e complessi, texture delicate e scioglievoli. Anche per questo Natale, tra classici e varianti creative tutte da gustare, l’universo dei panettoni artigianali si arricchisce.
Per la nostra selezione, come sempre, abbiamo tenuto conto della qualità degli ingredienti: solo burro di prima scelta, uova fresche, uvette e canditi morbidi e succosi, mai gommosi, l’uso di lievito madre rinfrescato e nessun conservante. E poi, della lavorazione artigianale, con tempi di lievitazione, maturazione e cottura che impiegano dalle 48 alle 72 ore.
Fino ad arrivare alla parte pratica: l’assaggio. Focus il gusto, la sofficità è non ultima, la digeribilità del prodotto, perché un grande lievitato dev’essere prima di tutto “leggero”, con la mollica filante che si scioglie in bocca. Una sezione dedicata riunisce i Magnifici Sette: sette panettoni artigianali gourmet, firmati da altrettanti Maestri, diversi per gusto e per ispirazione, ma accomunati da uno stesso fil rouge.
Non resta allora che scorrere la lista e scegliere quello che fa per voi.
I panettoni artigianali più buoni del Natale 2025
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Il panettone del ristorante IYO
Già al primo colpo d’occhio, la confezione nera, rigorosa ed elegante, che si apre a modi sipario svelando un lievitato avvolto delicatamente in carta velina sempi-trasparente, arriva tutta la cura e l’attenzione con cui nasce il panettone artigianale firmato dal pastry chef Kim Kyunjoon, del ristorante di cucina giapponese IYO, a Milano.
Tra le sue mani il dolce della tradizione milanese incontra l’Oriente. Al centro della ricerca dello chef, due agrumi poco conosciuti in Occidente, lo yuzu e l'halabong, originari del Giappone ma provenienti dalle coltivazioni dell’isola di Jeju, in Corea del Sud. Qui, grazie al terreno vulcanico e a un clima particolarmente mite, acquisiscono il loro aroma intenso e freschezza.
Il pastry chef li aggiunge all’impasto - fedele alla scuola milanese: soffice, alto, quasi aereo - in forma di canditi prodotti in Corea artigianalmente. In più, Kim unisce altri due ingredienti che trasformano il carattere del lievitato: un cioccolato al latte con sentori di caramello e un tocco di fava tonka. «Lo yuzu e l'halabong sono agrumi fragili, esigenti», spiega Kim, «i canditi che abbiamo scelto conservano l'essenza del frutto fresco, quella verità di sapore che cerco sempre». Info sul sito.
La collezione di panettoni artigianali (e le pizze lievitate) di Anna Belmattino
In attesa di aprire la sua pasticceria, Anna Belmattino non si annoia, anzi impasta e sforna per questo Natale una serie di panettoni (dolci) e di pizze lievitate. Tra queste, oltre alla margherita e alla marinara, in collaborazione con il Salumificio Carbone dà vita alla pizza lievitata con Peperoni Cruschi e Salsiccia Pezzente.
Sul versante dolce, come vuole la tradizione, la pastry chef propone il panettone Amarena e Cioccolato, contrasto tra dolcezza e acidità; I Tre Cioccolati, una vera tentazione; il panettone al Caffè, il Mela e Cannella e quello al Pistacchio e Frutti Rossi, insieme dolce e fresco.
Alla base della sua produzione, il lievito madre curato giorno dopo giorno, farine selezionate, burro di centrifuga, uova fresche e vaniglia pura, dosati con misura e armonia. Come lo zucchero, usato in quantità controllata e di diverse tipologie: dal miele al saccarosio, passando per gli zuccheri alternativi, questo ingrediente è per la pastry chef un elemento funzionale, mai protagonista assoluto. L’obiettivo? Creare un gusto pulito, elegante e mai stancante. Tutti i prodotti sono in vendita sul sito e nel temporary store ad Angri, Salerno.
Il Tarte Tatin e il panettone al Cioccolato e noci della Pasticceria Roberto
Quella della Pasticceria Roberto è una dolce storia di famiglia, nata con il papà di Giovanni Cavalleri, da cui prende il nome l’attività, che oggi prosegue insieme alla sorella Fabrizia, alla moglie Michela e al figlio Roberto, giovane pasticciere che ha deciso di seguire le orme del padre.
Fil rouge della collezione di lievitati 2025 è la leggerezza. «Quest’anno il panettone mantiene il suo sapore inconfondibile, ma regala una nuova leggerezza», racconta Giovanni Cavalleri, «Le lievitazioni sono state modificate per rendere tutti i lievitati più digeribili, morbidi e leggeri, senza penalizzare il gusto e la fragranza. Abbiamo inoltre modificato la percentuale di burro, per dare al prodotto più intensità e golosità. L’aggiunta sia nel panettone che nel pandoro di una nuova selezione di vaniglia del Madagascar particolarmente aromatica, dona un sentore ancora più avvolgente».
Tra gli altri gusti in carta, il Cioccolato e noci (foto a sinistra) ha l’impasto a base di cioccolato fondente al 62%, arricchito con le noci, che conferiscono al prodotto un delizioso aroma tostato. E poi, il Tarte Tatin (foto a destra), il cui sapore ricorda quello della torta di mele rovesciata. All’impasto base vengono aggiunte delle mele candite, lavorate in laboratorio, insieme a cioccolato e caramello. Info sul sito.
La Rotonda della pasticceria La Pasqualina
Di cartone liscio, color grigio tenue; un lettering sottile, elegante. La confezione svela un lievitato dedicato a un gioiello della Franciacorta: la Rotonda di San Tomè, chiesa romanica del XII secolo poco distante dal laboratorio di Almenno San Bartolomeo, dove tra colline e silenzi, nella quiete della campagna Bergamasca, si trova La Pasqualina.
Alla guida della pasticceria, Riccardo Schiavi propone un pandoro morbido, profumato, dove la vera protagonista è la pasta madre viva, utilizzata come unico agente lievitante. Gusto ricco e texture avvolgente, è pensato per essere gustato con una spolverata di zucchero a velo o accompagnato da una delle creme spalmabili del laboratorio (mandorle, pistacchi, zabaione, gianduia, fondente, nocciolata). Disponibile in solo mille pezzi, in pasticceria e sul sito (con spedizione gratuita in tutta Italia).
I panettoni artigianali dolce&salato di Portrait Milano
Burro di montagna, frutta candita profumata e un’ottima farina: questi gli ingredienti prìncipi del panettone del 10_11 Bar Giardino Ristorante del Portrait Milano. Soffice, profumato, non eccessivamente zuccherino e realizzato con un lievito madre, è fatto a regola d’arte, come tradizione impone, dal pastry chef Cesare Murzilli. Anche in questo caso, come spesso avviene al 10_11, nessuna rivisitazione di sorta, ma solo l’amore per le cose fatte bene e la volontà di portare avanti una tradizione dolciaria che nasce proprio a Milano. Acquistabile solo da 10_11 Bar Giardino Ristorante
L’altra proposta del lussuoso hotel di Milano è il Panettone salato Beefbar. Carattere ricco e deciso, l’inedito si distingue per l’impasto morbido, profumato di burro e uova freschissime, arricchito da grana, pecorino romano e pepe. A completare l’esperienza, un packaging iconico che richiama l’eleganza del marmo che contraddistingue il mondo Beefbar. Acquistabile solo da Beefbar Milano.
Il panettone artigianale (con brevetto) Soppa® (e gli altri) di Luca Porretto
L’ampia collezione di grandi lievitati firmati dal Maestro AMPI Luca Porretto include panettoni classici, proposte innovative con brevetto di unicità e una linea gourmet. Tra gli altri, il Sóppa (nella foto) si ispira alla Zuppa Inglese, celebre dolce bolognese, e lo reinterpreta in chiave natalizia. Tre diversi impasti: il primo al cioccolato arricchito da chunks di cioccolato fondente al 58%; il secondo, al centro, all’Alchermes con gelatina di Alchermes, che dona freschezza e un tocco leggermente liquoroso; il terzo impasto, esterno, è quello classico con chunks di cioccolato fondente, farcito con iniezioni di crema pasticcera a lunga conservazione. Un’esperienza multisensoriale complessa, completata da una glassa al cioccolato fondente e Alchermes.
Il Maestro Porretto propone anche Attesa, il Panettone classico con glassa di mandorle; Felicità, al cioccolato Fondente; Incontro, che unisce il sapore dell'amarena al carattere deciso del cioccolato fondente. E ancora, vantano un brevetto di unicità anche il Matrioska®, che racchiude un panettone all'interno di un altro; e Porretto®, dalla forma tonda. Irresistibili sono anche i panettoni salati Gourmet: dal Nobile, a base di carne, al Panmaré, con pesce, fino al Convivio, il panettone salato "terra e mare", una sintesi gastronomica di sapori. Info sul sito.
U Sibbaresi, il panettone artigianale di Daniele Campana
Celebra la Calabria attraverso materie prime locali. L’impasto, frutto di diversi anni di studio per affinare la tecnica, è aromatizzato con origano selvatico del Pollino e arancia candita, accompagnato da una boccetta di olio extravergine monovarietale per un’esperienza di gusto unica. La linea speciale, invece, propone gusti insoliti e divertenti, come Fichi, cioccolato e nduja - un gioco di contrasti; Amarena, cioccolato 75% e nduja - che amalgama acidità, dolcezza e pungenza; Cioccolato e fragole - un abbinamento classico; e Cioccolato Gianduia, albicocche e anice.
Già nella classifica 50 Top Pizza 2025 con la sua “Campana Pizza in Teglia”, Daniele Campana (nella foto) investendo anche sul panettone riconferma il suo ruolo di artigiano creativo del gusto e di protagonista nel quadro nazionale dell’arte bianca. I panettoni sono disponibili presso i punti vendita di Corigliano Calabro o scrivendo sulla pagina Instagram.
I panettoni artigianali dello chef Daniel Canzian (+ le tisane Spèziera)
Un abbinamento che scalda il cuore e le Feste. Il panettone MI.O, un impasto soffice, arricchito con pasta di arance arrosto preparata nella cucina del ristorante milanese dello chef Daniel Canzian, incontra la tisana in foglie Spèziera, un blend caldo e avvolgente con rooibos, scorzetta d’arancia e chiodi di garofano. Un connubio che valorizza le note agrumate e speziate del dolce.
Il secondo cofanetto, invece, contiene il panettone MassaBon, con albicocche arrosto, accompagnato dalla tisana in foglie Ciacola, fresca e delicatamente speziata con zenzero, melissa, anice stellato e mela. Un abbinamento leggero e armonico, perfetto per chiudere il pasto. Accanto ai due signature, debutta quest’anno il Tradizionale, un lievitato realizzato con un impasto in tre fasi, per una struttura ancora più soffice, fragrante e naturalmente equilibrata.
Il consiglio dello chef per una degustazione ottimale: Riscaldare il panettone in forno a 160 °C per 5–7 minuti prima dell’assaggio, un gesto che permette di esaltare la fragranza dell’impasto e la cremosità della frutta nel caso di MI.O e MassaBon. Info sul sito.
I Magnifici Sette
Diversi per gusto e per ispirazione, i Magnifici Sette condividono due aspetti fondamentali: un impasto che è il perfetto mix tra tecnica e creatività; e poi, un ingrediente comune, la farina Magistrale di Agugiaro & Figna Molini, azienda storica italiana, guidata dalla passione è dall'esperienza. La farina Magistrale condivisa dai 7 party chef - e tra le più utilizzate nel settore - è di tipo “00”, naturalmente robusta, senza additivi e glutine aggiunto, appositamente studiata per reggere strutture complesse, lunghe lievitazioni e impasti ricchi di burro, tuorli, zuccheri, mantenendo l’elasticità e la morbidezza dell’impasto.
Il Panettone Pain d'Épices di Andrea Tortora
Quattro spezie della tradizione francese: pepe nero, zenzero, noce moscata, chiodi di garofano. Tortora porta il panettone in Francia senza tradirlo. Il risultato è leggero, aromatico, elegante. Non è fusion, è dialogo: tra due culture della pasticceria, tra complessità e delicatezza, tra quello che conosci e quello che ancora non sai di volere. Info sul sito.
Il panettone artigianale Frutti di bosco e nocciola di Antonio Follador
Fragole, ribes, more, mirtilli. Poi un cuore cremoso di nocciola IGP e cioccolato monorigine 48%. Follador costruisce equilibri: la freschezza acida dei frutti rossi contro la rotondità burrosa della nocciola. Nessun eccesso, solo nitidezza. Un panettone che lascia il segno per precisione tecnica e pulizia dei sapori. Info sul sito.
Il panettone artigianale con farina integrale Mora del micro panificio di Giuseppe Mazzocca e Chiara Masino
Per il micro panificio dei giovanissimi Giuseppe Mazzocca e Chiara Masino, i lievitati sono un racconto che parla di sogni, energia e competenza. I loro panettoni artigianali nascono dalla cura del lievito madre e dalla scelta di ingredienti autentici. Come Mora, la farina integrale di Agugiaro & Figna Molini: calda e profumata come il Natale, con sfumature aromatiche che raccontano il grano nella sua interezza. Il chicco decorticato sprigiona dolcezza naturale e armonia, donando al panettone equilibrio, intensità e una struttura accogliente. Una farina che avvolge e rende ogni morso pieno, rotondo, sincero.
Felix, il lievitato al burro di bufala di Aniello Di Caprio
Pasta alle mandorle aromatizzata al limone, albicocca pellecchiella, cioccolato al gianduia salato. Di Caprio non fa panettoni, ma vere e proprie dichiarazioni d'identità. Il burro di bufala dà struttura cremosa e carattere campano. La frutta è canditura diretta, naturale, senza conservanti. Il Felix non assomiglia a niente: è un lievitato mediterraneo che sa di sole, acidità agrumata e complessità salina. Accanto, un Classico dalla canditura pura e un Panettone al Cioccolato costruito su tre emulsioni diverse, una delle quali a base di crema pasticcera. Info sul sito.
Bagolò, il lievitato di Andrea Tamagnini - Strabba
Cuore integrale. Pomodori semi-dry, speck, provola aZumicata, glassa all'aceto balsamico e crumble di Parmigiano Reggiano. Il Bagolò è un sabotaggio dolce: nasce dalla pasticceria ma vive nell'aperitivo, nel pre-dinner, nel momento in cui si vuole stupire senza dichiararlo. Tamagnini con il progetto PastryPop ha reso la pasticceria accessibile senza abbassare l'asticella. Il Bagolò è la prova: equilibrato, definito, ma volutamente indefinibile per natura.
Il panettone Sua Maestà di Francesco Elmi
Il Maestro Francesco Elmi presenta la nuova edizione di “Sua Maestà”, il panettone d’autore in edizione limitata che unisce alta pasticceria e arte contemporanea. Il grande lievitato, realizzato con lievito madre vivo e Mora, la farina integrale di Agugiaro & Figna, combina fichi, arancio e cioccolato in un impasto ricco e profondo, rifinito da una glassa al cioccolato. Sulla preziosa art box l’opera del celebre artista iraniano Navid Azimi Sajadi, tratta dalla serie “Pelagos”, simbolo di apertura e conoscenza. “Sua Maestà” diventa così un’esperienza da assaporare e collezionare, perfetta per celebrare il Natale. Info sul sito.
Il panettone Aroma vaniglia di Luca Diana
Il lievito madre, con oltre 30 anni di maturazione, la frutta candita, prodotta senza alcun conservante nei laboratori di Luca Diana. E ancora, il burro fresco della Latteria Brazzale dell'Altopiano di Asiago, le uova allevate a terra da Enrico Pavan, che vengono sgusciate una ad una per dare un alimento vivo al lievito. Da qui il colore naturale dell’impasto. Dagli alveari di Lorenzo Campagnolo arriva invece un miele capace di trasferire il profumo dei fiori al lievitato. L'uvetta proviene dall'essiccazione di uve rosse Thompson e Flame Jumbo, coltivate a pergola nei monti dell'Aconcagua, Chile, essiccate al sole senza sbiancamenti né trattamenti chimici. L'unico aroma naturale impiegato nel panettone del maestro Luca Diana è la vaniglia in bacche, che dà il tocco finale insieme alla pasta d'arancio, anch’essa di produzione interna per un'esperienza tutta naturale. Info sul sito.
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Regali di Natale da mangiare (o bere): tante idee regalo da mettere in tavola

I regali di Natale che passano da sotto l'albero a sopra la tavola sono un'ottima soluzione: si acquistano in fretta, non si rischia di sbagliare colore o taglia e fanno sempre piacere a chi li riceve.
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Che si tratti di qualche golosità, di un buon vino o di bollicine per le prossime feste, la parte più difficile spesso è riuscire a incartarli senza nemmeno un assaggio.
Vi diciamo quali sono le nostre scelte per il Natale 2025, tra edizioni speciali e novità gustosissime.
I regali di Natale da bere (e mangiare) più buoni del 2025
(Continua sotto la foto)
Regali di Natale da mangiare
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